A Belem è il giorno dell’Amazzonia

Dopo la trionfale inaugurazione di martedì, con la coloratissima marcia di apertura a cui hanno partecipato oltre 100 mila, si celebra oggi il secondo giorno di lavori del Forum sociale mondiale di Belem, la Giornata Pan Amazzonica.

Come suggerito dal nome, questo primo giorno di attività della nona edizione del Fsm – tornato il Brasile dopo tre anni di assenza – è dedicato completamente al polmone del mondo [l’Amazzonia appunto] e alla difesa non solo dello straordinario patrimonio che rappresenta in termini di biodiversità, ma anche e soprattutto dei popoli che la abitano e che ne hanno permesso – dalla notte dei tempi a questa parte – la perfetta conservazione.

La regione amazzonica è divisa tra ben nove paesi del subcontinente: non solo Brasile, ma Venezuela, Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù, Guayana e Suriname, che affrontano gli stessi problemi relativi alla protezione delle aree di foresta, all’iper sfruttamento del legno, alla contaminazione delle acque e dei territori e alla violazione dei diritti delle popolazioni native residenti.

Durante la giornata, nel verdissimo campus dell’Università Federale del Parà si sono succeduti sui palchi e nelle tende dibattiti, conferenze, attività culturali dedicate tutti ai «500 anni di resistenza, conquiste e prospettive indigene».

Le attività sono state divise sulla base dei tre obiettivi individuati: questione ambientale, diritti umani e convergenze locali, nazionali e regionali tra organizzazioni sociali.

Sul primo punto, la discussione ha toccato il tema dei cambiamenti climatici [disboscamento e siccità in Amazzonia, ma anche scioglimento dei ghiacciai andini], del dibattito sul modello energetico [lotte contro l’imposizione di progetti idroelettrici, minerari e petroliferi], sicurezza e sovranità alimentare [contro l’espansione di monocolture e del mercato degli agrocombustibili].

Le attività sui diritti umani hanno toccato il tema del lavoro degno [contro ogni forma di schiavitù], delle migrazioni, della lotta delle popolazioni indigene e rurali per la terra e della criminalizzazione dei movimenti sociali, sempre più diffusa in molte zone del continente ed eletta a regime in paesi come la Colombia e il Messico.

Il terzo asse della giornata ha visto svilupparsi discussioni sull’identità indigena, la tutela delle culture originarie [indigene ed afrodiscendenti], il rispetto della sovranità popolare e i processi di integrazione regionale in atto, forti al punto da aver creato in molti casi le condizioni per l’elezione di governi che sono diretta emanazione dei movimenti sociali ed indigeni.

Ognuna delle discussioni attorno ai tre assi è stata accompagnata da manifestazioni e attività culturali organizzate dalle centinaia di popoli indigeni presenti a Belem con delegazioni provenienti da tutti i paesi del continente. Al Fsm di Belem sono arrivati fin ora oltre 1.400 indigeni provenienti da circa 50 paesi, per cercare spazi di visibilità e creare convergenze e alleanze per le lotte che i popoli nativi affrontano non solo in America latina ma in tutto il mondo. Anche le edizioni precedenti del Forum avevano visto la partecipazione di delegazioni e movimenti indigeni, ma per l’edizione 2009 le proposte e il portato indigeni sono state messe per la prima volta al centro del programma.

La celebrazione di una intera giornata dedicata ai temi indigeni rappresenta – secondo Roberto Espinoza, del Coordinamento Andino di Organizzazioni Indigene, un dato importante: «Di fronte alla crisi di civilizzazione che sta vivendo il pianeta, è significativo che i movimenti sociali del sud come del nord del mondo abbiamo capito l’importanza delle proposte provenienti dal movimento indigeno, che da sempre ha ritenuto questo modello di sviluppo disumano e inadeguato a garantire la sopravvivenza dei popoli e dello stesso pianeta».

Proprio a questo tema, la crisi di civilizzazione, sarà dedicato il mega panel organizzato dai popoli indigeni, che si svolgerà il 29-30-31 gennaio prossimi e al quale parteciperanno per l’Italia l’associazione A Sud e l’Arci.
Già durante la giornata di apertura – a testimonianza della centralità dell’Amazzonia il questo Fsm – oltre 1000 indigeni avevano dato il via alla prima installazione formando con i loro corpi il messaggio «SOS Amazzonia», ripreso dall’alto e divenuto già la prima immagine simbolo di questo Social Forum.

Deixe uma resposta

O seu endereço de e-mail não será publicado. Campos obrigatórios são marcados com *